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Racca contro gli emendamenti a favore delle parafarmacie

Farmacia Redazione DottNet | 26/05/2017 15:37

Critiche anche dal Sunifar

Federfarma tuona contro i quattro emendamenti al ddl Lorenzin (sulla sperimentazione clinica) presentati martedì in commissione Affari sociali della Camera, che offrono ai farmacisti proprietari di esercizio di vicinato una corsia accelerata verso la titolarità. Si tratta di una deroga alle attuali norme della Pianta organica nei comuni sopra i 5mila abitanti, con abbassamento del quorum a 2.900 residenti (o 2.800, a seconda degli emendamenti) e distanza minima di 200 metri (o 400) dalle farmacie già aperte. Le sedi risultanti andrebbero ai farmacisti con almeno tre anni di esperienza come amministratori o proprietari di esercizio di vicinato, tramite richiesta diretta oppure con graduatorie “simil-concorsuali” e successive assegnazioni. Condizionate, in alcune delle proposte, alla rinuncia dell’eventuale farmacia vinta con il concorso straordinario oppure alla cessione della parafarmacia (emendamento 13.11: i farmacisti che svolgono la loro attività in farmacia o partecipano ai suoi utili «non possono avere partecipazioni societarie in parafarmacie direttamente o indirettamente fino al terzo grado di parentela»).

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«Emendamenti semplicemente irricevibili» è il commento della presidente nazionale di Federfarma, Annarosa Racca «per il metodo prima ancora che per i contenuti: nessuna delle proposte prevede misure dirette a rimuovere una volta per tutte gli esercizi di vicinato; risultato, si continuerebbero ad aprire parafarmacie e si ripeterebbero le pressioni sulla politica per una nuova sanatoria. Non è concepibile, in un Paese serio chi rispetta le regole viene tutelato, altro che scorciatoie per furbetti». Commenti durissimi anche dal presidente del Sunifar, Alfredo Orlandi: «Chi ha proposto questi emendamenti credeva forse di fare un piacere ai titolari di farmacia rurale lasciando fuori dalle deroghe i comuni con meno di 5mila abitanti» osserva «in realtà i rurali sono i più arrabbiati perché la sanatoria toglierebbe loro ogni chance di diventare urbani dopo una vita trascorsa a servire paesini e piccole comunità, a vantaggio di chi invece si è fatto tre anni appena di parafarmacia in città. Sono proposte semplicemente in-discutibili».

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